Calenda, la nostra campagna sarà "L'Italia sul serio". Oggi nuovo colloquio con Renzi
Calenda, la nostra campagna sarà "L'Italia sul serio". Oggi nuovo colloquio con Renzi
Il leader di Azione e il rapporto con il presidente di Italia viva: siamo in grado di riuscire a superare le nostre differenze per un progetto comune. La replica: se hanno voglia di fare il Terzo Polo, noi ci siamo

09/08/2022 09:28

"La nostra campagna elettorale si chiamerà come per Roma, "l'Italia sul serio", e cercheremo di fare un programma serio, con proposte serie. Poi se i cittadini vorranno invece seguire ancora la destra o la sinistra, le rivoluzioni, i Vaffa, le promesse irrealizzabili, io saprò, nella mia coscienza, di aver fatto tutto quello che era giusto fare. Questo per me è la cosa più importante". Lo ha detto il leader di Azione, Carlo Calenda, a Morning News su Canale 5. "Con Renzi ci stiamo parlando da ieri e ci riparleremo oggi... siamo in grado di riuscire a superare le nostre differenze per un progetto comune", ha aggiunto. "Il problema con Matteo Renzi è se si trova una quadra sui temi. Penso che si possa fare, perché ci sono delle differenze ma non tantissime, e sulla modalitá di condotta della campagna elettorale. Non vorrei una campagna elettorale che attacca ogni giorno il Pd e gli altri definendoli fascisti, perché non lo sono. Ci parleremo in questi giorni e cercheremo di offrire al'Italia qualcosa che sia serio e netto", ha aggiunto Carlo Calenda.

Il feeling politico tra i due comunque c'è. "Se Calenda e Azione hanno voglia di fare il Terzo Polo, noi ci siamo", ha detto, infatti, il presidente di Italia viva, Matteo Renzi, a Omnibus su La7. "Se ci sarà un grande Terzo Polo questo sarà la sorpresa di queste elezioni", ha aggiunto. "Non sono uno di quelli che fa la politica su Twitter e in televisione. Il Terzo polo è un'occasione straordinaria, se c'è il Terzo polo cambia il Paese e se c'è il Terzo polo Draghi può tornare a palazzo Chigi", ha affermato Renzi. "Se Calenda lo vuol fare noi ci siamo, in modo molto aperto e generoso; se Calenda per motivi suoi non lo vuol fare lo rispettiamo, però ormai il tempo stringe", ha aggiunto Renzi ribadendo che "Calenda e i suoi devono decidere se fare o no l'accordo con noi, se fare una lista unica. Noi siamo disponibili a stare in squadra perché il Terzo polo sarebbe la grande sorpresa delle elezioni e solo con un terzo Polo forte si potrá chiedere a Draghi di rimanere a Palazzo Chigi".

"La rottura tra Calenda e il Pd per noi è la conferma che la grande ammucchiata non funziona. Si va dagli elettori condividendo delle idee, non uno schema con il numero dei collegi. E davanti alla destra non si può gridare al fascismo, ma raccontare un'idea alternativa e piú credibile di Paese. Spiace dirlo ma il Pd ha sbagliato tutta l'impostazione incapace di scegliere tra coalizione di tutti e agenda Draghi", ha detto poi il leader di Italia Viva in un'intervista al Messaggero. Quanto alla realizzazione del Terzo Polo, "ci sono moderati che non vogliono votare la Fiamma, ci sono riformisti che non vogliono votare gli anti Draghi: dare loro un tetto significa avere una visione politica, non una lista di cose tecniche da fare. C'è l'anima del Paese dei nostri figli nel progetto del Terzo Polo, non una triste macchina da guerra per vincere (o forse meglio dire: per perdere) i collegi", ha aggiunto Renzi precisando che "quando abbiamo lavorato insieme, abbiamo lavorato bene. In particolar modo durante il periodo in cui abbiamo condiviso responsabilitá varie di Governo. Le idee in comune sono piú vicine delle diversitá metodologiche e caratteriali che ci separano. Noi ci siamo posizionati sul Terzo Polo da subito. Se Azione ci sta, siamo pronti a ricominciare insieme, senza primogeniture ma puntando al bene dell'Italia. Io e Carlo insieme possiamo fare il botto". "Penso che Azione debba avere il tempo di maturare una decisione difficile come quella di rompere l'accordo con il Pd. Occorre rispetto per scelte così travagliate. Quando saranno pronti a discutere, noi ci saremo. Se facciamo una lista unica ci sará un solo front-runner. Se ne facciamo due, ce ne saranno due. Ma per come sono fatto io è la scelta politica che mi affascina, non la pur necessaria e doverosa ripartizione degli assetti. Se nasce il Terzo Polo, è un progetto che funziona per l'oggi e soprattutto per il domani. E io sono pronto a dare una mano con generositá. Ma deve essere un progetto politico, non la semplice reazione al fallimento del rapporto col Pd", ha spiegato il leader di Iv.

"Con Renzi ci incontreremo per discuterne, perché un accordo tra di noi non è né scontato né banale. Con Renzi ci sono rapporti deteriorati nel tempo, ci unisce una consonanza programmatica e ci dividono alcune scelte. Non avrei mai fatto un accordo di governo con i 5S", ha invece detto il leader di Azione, Carlo Calenda, in un'intervista a la Repubblica per poi precisare: "Non ho tradito alcun patto. Con grande sofferenza mi sono sfilato da una coalizione Frankenstein". "Certo che sapevo di Fratoianni, Bonelli e Di Maio. Ma con Enrico ero stato chiaro: vuoi farli entrare? Falli entrare, ma non reggo la chiusura di un patto scritto anche con loro e serve un codice di condotta, non posso tollerare un bombardamento mediatico contro di me. Che invece, puntuale, è cominciato un minuto dopo la chiusura dell`intesa con il Pd", ha spiegato, aggiungendo che "l`accordo col Pd era figlio di un negoziato durissimo e un compromesso. Così invece si erano create due ali della coalizione, una delle quali contraria a tutto quello che dice l`altra".