Bonomi: serve un taglio del cuneo di almeno 4 punti, le risorse ci sono
Bonomi: serve un taglio del cuneo di almeno 4 punti, le risorse ci sono
Il presidente di Confindustria in audizione, alla Camera, sulla legge di Bilancio: sarebbe la via migliore per mettere subito nelle tasche dei lavoratori molto più reddito disponibile di quanto non avvenga con la logica dei micro-tagli e dei micro-sussidi su bollette, carburante e affitti

02/12/2022 11:27

"Serve un taglio del cuneo di almeno 4 punti perché abbia un effetto significativo: troppe volte nei decenni alle nostre spalle piccoli tagli di 1 o 2 punti non hanno avuto alcun effetto. Nel 2021, il cuneo in Italia è stato pari al 46,5% del costo del lavoro, uno dei più elevati tra i paesi avanzati (la media dell`Eurozona è al 42%)". E' l'appello al governo che arriva dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nel corso della sua audizione, alla Camera, sulla legge di Bilancio. E oggi, secondo Bonomi, "che l`inflazione è a doppia cifra e la bolletta energetica è altissima, sarebbe la via migliore per mettere subito nelle tasche dei lavoratori molto più reddito disponibile di quanto non avvenga con la logica dei micro-tagli e dei micro-sussidi su bollette, carburante e affitti". Le risorse per "un taglio deciso al cuneo contributivo e per una seria riforma dell`occupabilità ci sono", ha aggiunto il leader degli industriali. Per trovarle "siamo convinti che basterebbe rimodulare qualche punto percentuale di allocazione degli oltre mille miliardi di spesa pubblica superati in questo 2022, senza creare deficit aggiuntivo", ha aggiunto. La proposta di Confindustria è nota: "un taglio dei contributi di 16 miliardi sui lavoratori dipendenti con redditi fino a 35 mila euro, due terzi a beneficio dei lavoratori e un terzo dei datori di lavoro. In questo modo, il lavoratore che guadagna 35 mila euro avrebbe un beneficio di 1.223 euro e il cuneo scenderebbe al 42,5%, avvicinandosi a quello medio dell`eurozona (42%)", ha sottolineato. "Le risorse che mancano per gli investimenti delle imprese derivano anche dal fatto che una parte di quelle a disposizione vengono impiegate per obiettivi a nostro avviso non prioritari in questa fase di emergenza e discutibili comunque nel merito, come le misure sulle cosiddette flat tax e a quelle in tema di prepensionamenti", ha quondi evidenziato detto il presidente di Confindustria, aggiungendo che "la flat tax è in realtà un'estensione di regimi forfetari esistenti, che minano il principio di progressività delle imposte e creano sperequazioni nel mondo del lavoro, con inevitabili effetti sulla sostenibilità del sistema previdenziale. Sul tetto al contante e sui pagamenti Pos non abbiamo mai richiesto interventi, sono scelte politiche, interventi di natura elettorale e non apportano nulla al Pil italiano". Per quanto riguarda le pensioni, "si tratta di scelte che allontanano di nuovo l'obiettivo di mettere in sicurezza la spesa previdenziale italiana e non arrecano alcuna utilità in termini di ricambio generazionale e accesso dei giovani
al mercato del lavoro". "Il Governo ha individuato la formula di una quota pensionistica fissata a 41 anni di contribuzione e 62 di età, senza alcuna connessione con quanto sia gravosa l'attività lavorativa - ha ricordato Bonomi - E come per quota 100 vi è un rischio più che fondato che l'introduzione di questa nuova quota 103 non risponderà alla necessità di allargare la base occupazionale e un maggiore inserimento dei giovani nel mercato del lavoro".