Aspi: Tomasi non aveva competenze sulle barriere fono-assorbenti. Governo diviso sulla concessione
Aspi: Tomasi non aveva competenze sulle barriere fono-assorbenti. Governo diviso sulla concessione
La società difende l'ad: era al comitato Grandi opere per altri progetti

10/07/2020 09:39

L'a.d. di Autostrade per l'Italia, Roberto Tomasi, non aveva alcuna competenza sulle barriere fono-assorbenti e ha giá avuto modo di chiarire la sua posizione all'autoritá giudiziaria. Così Aspi risponde in una nota alle indiscrezioni di Repubblica, secondo cui Tomasi risulterebbe iscritto nel registro degli indagati dalla magistratura di Genova per i reati di attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture. Da responsabile della progettazione e della installazione delle barriere antirumore lungo la rete autostradale italiana, continua il quotidiano, Tomasi aveva partecipato al Comitato Grandi Opere che aveva deliberato l'acquisto e la messa in opera delle strutture fono-assorbenti. Autostrade per l'Italia precisa che che nell'incontro - che si è tenuto lo scorso gennaio 2020 presso la Procura di Genova - Tomasi, nello spirito di massima trasparenza, ha prestato piena collaborazione, fornendo ogni informazione disponibile, utile alla specifica indagine. Tomasi ha chiarito che la sua partecipazione al Comitato Grandi Opere di Aspi avveniva solo con la finalitá di presentare alcuni progetti di potenziamento della rete di cui, al tempo, aveva diretta competenza. Di tali progetti non hanno mai fatto parte le barriere fono-assorbenti oggetto di indagine - installate su 60 km su un totale di 3.000 km della rete Aspi - rispetto alle quali Tomasi non ha mai avuto alcuna responsabilitá diretta o indiretta.

Intanto, il dossier Aspi continua a dividere il governo. A 48 ore dal Consiglio dei ministri che dovrá mettere la parola fine alla vicenda sulla revoca delle concessioni ai Benetton, i partiti di maggioranza non sembrano aver trovato ancora un compromesso sulla decisione da prendere. Se il M5S si mostra intransigente e continua ad insistere sulla revoca, il Pd temporeggia in cerca di una trattativa e Italia Viva è convinta che cacciare i Benetton sia un'impresa impossibile e che la revoca aprirebbe la strada ad un contenzioso miliardario. Il premier, accusato dai dem di aver perso tempo sulla vicenda, sembra determinato a scrollarsi di dosso le accuse di attendismo e a chiudere la questione nel corso del Cdm previsto lunedì alle nove del mattino. Il punto è che a dispetto dei proclami 5Stelle e delle minacce di Conte, il resto del governo non va sparato verso la revoca delle concessioni e per questo motivo, se non si trova un'intesa prima del Cdm, con tutta probabilitá, si dovrá ricorrere alla conta. A chiarire la posizione dei 5S è stato questa mattina l'ex ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli. "Accettiamo che ci possa essere anche una controproposta da parte di Aspi, anche se non ci piace, ma le
condizioni della controproposta devono essere davvero risarcitorie e non stupidaggini come quando ero ministro", ha detto l'ex ministro dei Trasporti a Radio 24. Quella su Autostrade "non è una questione ideologica ma tecnica. I Benetton hanno la concessione di 3000km di autostrade, una manutenzione disastrosa e devastante su 3000 km", aggiunge Toninelli sottolineando che se il governo rischia, "è una domanda che va fatta al Partito Democratico. Il Pd ci dica quali sono le condizioni per le quali non si possano revocare le concessioni ad Aspi. Non ci sono. Siamo nervosi con il Pd, il nostro Cancelleri non sapeva nulla". Il capogruppo al Senato del Pd, Andrea Marcucci, invece invita il governo a prendere subito una decisione ed evitare altri rinvii. "Faccio mio il richiamo che ormai il segretario del mio partito, Nicola Zingaretti, fa da settimane a questa parte: ormai ci sono molti fili di
estrema importanza che vanno approfonditi in tutti i loro aspetti. Ma poi occorre uscire dalla fase di studio o di trattativa e prendere una decisione. Per il governo non è piú tempo di rinviare ma di prendere strade e di percorrerle fino in fondo", ha affermato Marcucci sottolineando che "è il governo che ha il mandato da parte del Parlamento a risolvere la questione. Intanto ha fatto benissimo la ministra De Micheli a convocare Aspi perchè quello che serve è avviare una trattativa dura, severa, diretta e poi prendere una decisione in tempi brevi. Autostrade dovrebbe venire al tavolo di trattative con proposte
serie. I temi sono stranoti e giá arati: taglio dei pedaggi, aumento degli investimenti, livelli di sicurezza piú alti, verificabilitá delle intese. Si tratta di trovare un accordo su questi temi che sia netto e trasparente". La capogruppo di Italia Viva alla Camera, Maria Elena Boschi, ha invitato tutti a riflettere sul fatto che nel caso in cui il governo dovesse decidere di revocare le concessioni ad Aspi si aprirebbe una guerra legale con costi altissimi che si scaricheranno sulle prossime generazioni. "Noi difendiamo l'interesse pubblico. E vogliamo una risposta politica, non populista. Se in due anni si è rifatto il ponte e non si è fatta la revoca è perchè giuridicamente questa scelta è pericolosa. Espone gli italiani al rischio di un contenzioso miliardario, peraltro creando incertezza sulla gestione della rete autostradale e sui posti di lavoro. Io sono perchè chi ha sbagliato paghi. E la sentenza la emetteranno i magistrati in tribunale, non i populisti su Twitter", ha detto Boschi precisando che "a noi non interessa convincere i 5Stelle, nè siamo gli avvocati difensori dei Benetton. In una societá di libero mercato chi vuole che i Benetton se ne vadano deve convincerli a vendere, piú che inventarsi improbabili revoche. Oppure si chiede a Cassa Depositi e Prestiti di fare un'operazione di mercato sulla societá quotata, che è Atlanta. Scelte trasparenti, non operazioni di retrobottega".

Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, ha chiesto al governo di trovare una soluzione rapida senza fare promesse che non è in grado di mantenere. "Mentre qui a Genova si costruiva il ponte, si trovava una casa agli sfollati e si risarcivano le imprese, dal governo sono arrivate solo frasi belligeranti e minacce verso Autostrade. Il contratto di concessione è molto complesso. So che la politica dovrebbe parlare il linguaggio della veritá: se si dice che quel ponte non si dará mai piú ad Autostrade, significa che ho studiato e approfondito e sono in grado di mantenere quella promessa. Altrimenti è una fanfaronata di chi parla a vanvera", ha detto Toti spiegando che "io non so che colpe abbia Autostrade: essendo caduto un ponte che gestiva, ne avrá. In uno Stato di diritto, però, deve dimostrarlo la magistratura. Ma delle due l'una: o il contratto di concessione è scritto così male che non consente allo Stato di intervenire, e allora bisognava avere il coraggio di dirlo, oppure se si poteva intervenire e non lo si è fatto, abbaiando alla luna per due
anni. In ogni caso o si tratta di pura propaganda o di omissione".