Appalti, i comuni dovranno mettersi insieme
Appalti, i comuni dovranno mettersi insieme
Delle 42.657 stazioni appaltanti e centrali di committenza (di cui circa 36.000 sono operative) ne resteranno in piedi solo 12.000

di di Francesco Cerisano 22/09/2022 08:51

Per bandire una gara di appalto i comuni, soprattutto quelli più piccoli, dovranno mettersi insieme. Perché delle 42.657 stazioni appaltanti e centrali di committenza (di cui circa 36.000 sono operative) ne resteranno in piedi solo 12.000. L'Anac non intende tornare indietro sulle Linee guida per la qualificazione delle stazioni appaltanti, previste dal Pnrr e destinate a essere recepite nel nuovo codice dei contratti pubblici che vedrà la luce entro il 20 ottobre. Le linee guida sono state consegnate al governo e alla cabina di regia di cui l'Autorità anticorruzione ha fatto parte, con l'obiettivo di realizzare il taglio di due stazioni appaltanti su tre nella convinzione che la via delle aggregazioni, e quindi delle economie di scala, sia l'unica strada per gestire le procedure di gara con organici adeguati e spuntare prezzi favorevoli.

La conferma che non potranno esserci ripensamenti su un processo di riforma ormai ineludibile è arrivata dal presidente dell'Anac Giuseppe Busia intervenuto alla tavola rotonda su “La tutela e la qualità del lavoro: verso il nuovo codice dei contratti pubblici”, organizzata da Filca Cisl a Roma. Rispondendo alla richiesta dell'Anci di intervenire in maniera graduale con la riforma, garantendo i piccoli comuni, Busia ha spiegato che “la qualificazione delle stazioni appaltanti non va frenata” perché “serve a far sì che i comuni spendano bene i soldi pubblici, con competenza, in maniera digitale, risparmiando tempi e burocrazia. Ecco perché bisogna intervenire con urgenza sulle stazioni appaltanti, spingendo i piccoli comuni ad unirsi e a trovare economie di scala nei loro acquisti”.

In sostanza, chi è in grado di fare acquisti per dimensioni e capacità professionali, procederà ad acquistare. Gli altri saranno spinti ad accorparsi, o a rivolgersi a quelle in grado di farlo. Una riforma chiesta espressamente dall'Unione europea che ne ha fatto uno degli obiettivi del Pnrr da recepire all'interno del nuovo codice appalti e realizzare entro la primavera del 2023.

Le Linee Guida sono state sottoposte ad un processo di confronto e partecipazione e sono state approvate dal Consiglio di Anac per poi essere consegnate al governo e alla cabina di regia, rispettando la data del 30 settembre prevista dal Pnrr.

La riduzione delle stazioni appaltanti, secondo l'Authority anticorruzione, porterà con sé come corollario il rafforzamento di quelle residue (arginando deficit organizzativi dovuti all'eccessiva frammentazione) e l'accorpamento della domanda. Le stazioni appaltanti che sopravvivranno al taglio saranno inserite in una anagrafe unica e catalogate in base alla qualifica in possesso e alla loro capacità di acquisire beni, servizi e lavori, oltre che sulla base delle strutture organizzative stabili per l'acquisto, del personale presente con specifiche competenze, e del numero di gare svolte nell'ultimo quinquennio.

Nelle intenzioni dell'Anac, la riforma dovrebbe portare vantaggi non solo per le stazioni appaltanti che si troverebbero ad avviare molte meno procedure, ma anche per gli operatori economici che potrebbero partecipare ad un numero ridotto di gare, eventualmente con più lotti, riducendo i costi amministrativi.

L'Anac punta inoltre a superare il limite territoriale, regionale, di azione dei soggetti aggregatori, in base al quale una centrale d'acquisto regionale può comprare solo per le amministrazioni di quella regione. Secondo Busia tutto ciò va a scapito dell'efficienza”, perché “se una regione è capace e si è specializzata in una tipologia di acquisti, deve poterlo fare senza limiti regionali, favorendo acquisti a prezzi migliori di beni di maggiore qualità, con maggiore conoscenza del mercato e capacità di spuntare condizioni migliori. Ogni tipologia di acquisto va posta a livello di aggregazione adeguato: pensiamo a cosa sarebbe accaduto se i vaccini anti Covid fossero stati acquistati da ogni singola Asl, invece che a livello europeo”.

Tra i requisiti obbligatori sarò ricompresa, grazie al decreto Semplificazioni, anche la disponibilità e l'utilizzo corrente di piattaforme telematiche nella gestione delle procedure di gare. La stazione appaltante che aspira alla qualificazione dovrà dimostrare di avere a disposizione, oltre al personale tecnico e amministrativo per la gestione dei contratti per i quali intende qualificarsi, specifiche competenze informatiche per la corretta gestione delle piattaforme in uso.

Sul Pnrr, il presidente dell'Anac ha messo in guardia dal rischio che i soldi dell'Europa vengano sperperati in progetti minori e obsoleti, “tirati fuori dal cassetto per l'occasione”. “Non è questo che serve”, ha ammonito Busia. “Occorre invece raggiungere una piena digitalizzazione degli appalti, una qualificazione delle stazioni appaltanti, una maggiore professionalizzazione della Pubblica Amministrazione. O costruiamo questo, o il Paese brucerà, sotto il peso di un debito enorme, che avremo contribuito ad alimentare ancora di più''.