Aiuti di stato, cambiano le regole europee
Aiuti di stato, cambiano le regole europee
La Commissione europea fa il tagliando alle norme europee sugli aiuti di stato e propone di cambiare diverse disposizioni per facilitarle. Tra queste punta a far calcolare in modo più semplice i costi ammissibili indiretti per i progetti di ricerca e sviluppo

di di Luigi Chiarello 31/10/2020 00:14

La Commissione europea fa il tagliando alle norme europee sugli aiuti di stato e propone di cambiare diverse disposizioni per facilitarle. Tra queste punta a far calcolare in modo più semplice i costi ammissibili indiretti per i progetti di ricerca e sviluppo. E a rendere più agile la partecipazione, sia diretta che indiretta, delle piccole e medie imprese agli Ipcei: gli importanti progetti di comune interesse europeo.

Di più. Poiché le norme sugli aiuti di stato sono una componente strategica della cosiddetta «transizione verde», cuore pulsante della comunicazione della commissione sul Green Deal europeo, la commissione prevede di «anticipare al 2021 la revisione degli orientamenti sugli aiuti di Stato». In sostanza, mette in cantiere una riforma per l'anno prossimo, che riguarderà; le linee guida sugli aiuti regionali, la comunicazione sui progetti strategici dell'Unione (Ipcei), il quadro RDI, le linee guida per il finanziamento del rischio, le linee guida ambientali ed energetiche e le disposizioni pertinenti del regolamento generale di esenzione per categoria (Gber).

Le altre regole saranno riviste a medio termine. Le consultazioni pubbliche su tutte queste norme saranno concluse entro l'inizio del 2021.

L'esecutivo europeo ha pubblicato un documento di lavoro, stilato dai servizi della Commissione che riassume i risultati di una valutazione delle norme sugli aiuti di Stato, adottate come parte del pacchetto di modernizzazione in materia.

Secondo Bruxelles: «Nel complesso, sistema e norme di controllo sono adatti allo scopo. Tuttavia, le singole regole dovranno essere modificate, anche alla luce del recente Green Deal europeo e delle strategie industriali e digitali dell'Ue».

La valutazione è stata avviata nel gennaio 2019 e ha assunto la forma di un «controllo di idoneità», che ha utilizzato analisi interne della Commissione, consultazioni pubbliche, studi preparati da consulenti esterni. Il monitoraggio ha riguardato le seguenti normative:

- il regolamento generale di esenzione per categoria (Gber);

- il regolamento de minimis;

- le linee guida sugli aiuti di stato a finalità regionale;

- la disciplina degli aiuti di stato a favore di ricerca, sviluppo e innovazione (Rsi);

- la comunicazione su importanti progetti di comune interesse europeo (Ipcei);

- gli orientamenti sugli aiuti di stato per promuovere investimenti con capitale di rischio;

- gli orientamenti sugli aiuti di stato agli aeroporti e alle compagnie aeree;

- le linee guida sugli aiuti di stato per la protezione dell'ambiente e dell'energia;

- gli orientamenti sugli aiuti di stato per il salvataggio e la ristrutturazione.

Inoltre, il check-up europeo ha riguardato anche gli orientamenti sulle ferrovie del 2008 e la comunicazione sul credito all'esportazione a breve termine, del 2012.

Alla fine del monitoraggio, sebbene la commissione europea abbia promosso le norme in vigore, conclude il report sostenendo che singole regole necessitano di revisioni, razionalizzazioni , semplificazioni e adeguamenti per riflettere i cambiamenti nei mercati e gli sviluppi tecnologici.

Per questo l'esecutivo Ue proporrà di:

- semplificare il modo in cui calcolare i costi ammissibili per i progetti di ricerca e sviluppo;

- facilitare l'accesso agli Ipcei delle pmi, partendo dal presupposto che è meno probabile che gli aiuti di stato a questa tipologie di imprese distorcano la concorrenza;

- snellire le norme di compatibilità sugli aiuti regionali.

Non è finita. Il «controllo dell'adeguatezza» effettuato da Bruxelles mostra anche che le norme ambientali ed energetiche hanno facilitato un impiego più efficace e meno distorsivo delle risorse statali. Tuttavia, spiega la commissione, queste norme «devono essere ulteriormente adattate alla luce delle nuove tecnologie e dei nuovi tipi di sostegno, nonché della recente legislazione ambientale ed energetica». In particolare, gli aiuti di stato, dice la commissione, «dovranno contribuire ulteriormente al Green Deal europeo, alle strategie digitali e industriali dell'Unione. E «una revisione delle norme energetiche e ambientali dovrà promuovere ulteriormente un'economia decarbonizzata e circolare, assicurando al contempo limitate distorsioni della concorrenza e adeguate salvaguardie all'integrità del mercato unico». Un passaggio, questo, definito «fondamentale, visti i vincoli di bilancio passati e, soprattutto, futuri, combinati con la necessità di sostenere la ripresa economica dell'Ue all'indomani della crisi del coronavirus».

© Riproduzione riservata