Adesso è il 110% a bloccare l’edilizia
Adesso è il 110% a bloccare l’edilizia
Il superbonus rischia di naufragare sulle lentezze della politica e su un atteggiamento di sotterranea ostilità da parte delle alte sfere ministeriali. Nell’attesa che la politica si svegli, l’effetto che si sta producendo è esattamente il contrario di quello auspicato: il blocco invece del rilancio dell’attività edilizia

28/09/2020 08:47

Il superbonus rischia di naufragare sulle lentezze della politica e su un atteggiamento di sotterranea ostilità da parte delle alte burocrazie ministeriali. In questo momento l'interesse dei privati, che hanno capito trattarsi di una occasione irripetibile per migliorare la propria abitazione a costo zero, è altissimo. Anche molte aziende hanno fiutato il business e hanno già predisposto offerte, accordi, strumenti, per entrare in un mercato potenzialmente enorme. Basti pensare alle banche che, a partire dalle maggiori, hanno lanciato offerte di acquisto dei crediti fiscali a prezzi competitivi, spesso corredati con offerte di finanziamento rivolte a chi deve eseguire i lavori e con l'offerta di servizi di consulenza gratuita nel tentativo, evidente, di attrarre il maggior numero possibile dei proprietari che decideranno di avviare i lavori di efficientamento energetico. Non solo, sono già sulla linea di partenza almeno un paio di marketplace digitali che consentiranno ai proprietari di scambiare sul mercato finanziario i propri crediti d'imposta in cambio di liquidità (approfondimento a pagina 2). Così come si stanno muovendo i professionisti, sia del ramo tecnico sia di quello tributario, per entrare in partita nel miglior modo possibile.

Ma tutto questo lavoro preparatorio è al momento sospeso, in attesa di due decreti del Ministero dello sviluppo economico che, annunciati già nel mese di agosto, devono ancora essere pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale. Manca anche il portale dell'Enea per inviare le pratiche del superbonus. Ma soprattutto il legislatore ha già annunciato alcune correzioni al testo della disciplina contenuta nel decreto legge Rilancio. Prima fra tutte la proroga del termine del 31 dicembre 2021 che a questo punto è decisamente troppo stretto e consentirebbe di dare attuazione ad una minima parte dei progetti potenzialmente cantierabili. Senza contare la correzione di errori e sviste, o addirittura blocchi volutamente posti dall'Agenzia delle entrate, che rischiano di inibire l'interesse di una bella fetta di proprietari.

Nell'attesa che la politica e le burocrazie ministeriali si sveglino, l'effetto che sta producendo il superbonus è esattamente il contrario di quello auspicato: il blocco invece del rilancio dell'attività edilizia. I proprietari che avevano iniziato lavori di ristrutturazione o quelli che avevano intenzione di farlo, in attesa di capire come si assesterà la disciplina, hanno in gran parte fermato i cantieri, per non rischiare di perder un vantaggio fiscale comunque molto interessante. Restano alla finestra, per non compiere passi falsi.

Una situazione kafkiana, provocata da un legislatore pasticcione e da una dirigenza pubblica pietrificata, che lascia intravedere tensioni sotterranee non ancora risolte.

Marino Longoni

© Riproduzione riservata